Prenotare un viaggio

Sono stata latitante per mesi, un po’ perché non avevo voglia di scrivere e un po’ perché non sapevo davvero COSA scrivere. In realtà avrei potuto raccontarvi dei miei piccoli viaggi (Puglia e Salento e quello di tre giorni in Toscana dove ho praticamente solo bevuto e mangiato per tenere alto l’onore) ma ho perso un po’ la voglia di scrivere quando ormai con le storie di IG faccio tutto in maniera così immediata.
L’estate è stata strana, il covid ancora ci tiene un po’ ancorati in casa ma qualcosa sta iniziando a muoversi.

E allora vi volevo parlare di questa cosa che è il prenotare un viaggio dopo aver passato due anni a non poterlo fare (in tranquillità, senza quarantene e paura di ammalarsi).
Quella sensazione di quando finalmente clicchi su “acquista” nella pagina di una compagnia aerea; quando passi i pomeriggi a spulciare tutti gli alberghi di Booking cercando di capire quale è il posto carino e anche comodo e anche economico e alla fine ti innamori foto dopo foto; quando sfogli post e post di Instagram per capire dove mangiare una cosa tipica senza scadere nel turistico; quando cerchi di capire quante attrazioni e quante cose riuscirai a vedere in quattro giorni.
La gioia di sapere che, di lì a poco, vedrai qualcosa di nuovo (o qualcosa di già visto ma con occhi nuovi), che imparerai e scoprirai tante cose che ancora non sai, non hai visto.

Regà, è veramente una sensazione pazzesca prenotare un viaggio.
Forse la felicità la definirei così.

(Forse mi viene da piangere. Forse.)

Lo facciamo un recap?

Ero una cifra scettica a fare questo post.
Ma proprio una cifra, tipo che come al solito temo di portarmi iella da sola.

Però poi mi sono detta vaffanculo, il recap lo faccio lo stesso perché l’ho sempre fatto e non mi fermerò adesso, dovessi comunque continuare a portarmi iella (sto scherzando, su!)

Com’è andato questo 2020? Al netto di tutto quello che c’è successo – e direi che una pandemia basta ed avanza per averci sconvolto la vita – pensavo che fosse andato una merda finché Giovanna non ha chiesto di fare un elenco dei nostri highlights dell’anno ed io mi sono resa conto che ho fatto veramente un sacco di cose. Ma proprio un sacco, per esser stato un anno in cui sono stata chiusa dentro casa per un bel po’ di tempo. Certo, il mio mood non è stato dei migliori e psicologicamente parlando sto ancora cercando di recuperare la mia serenità ma alla fin fine vedendo una cosa dopo l’altra in fila mi sono resa conto che, oltre il brutto, c’è stato anche un sacco di bello.

C’è stato un periodo in cui l’unica cosa che riuscivo a dire era “che vita di merda” ed a un certo punto mi sono resa conto che mi stavano succedendo cose una dopo l’altra proprio da quando avevo cominciato a dirlo. Uscire da una spirale di negatività non è facile manco per il cazzo – perdonatemi il francesismo ma non rende altrimenti – ma con una dose di forza condita con un sacco di lacrime, un sacco di fatica e un aiuto da parte di persone che ti vogliono bene alla fine torni a concentrarti sul lato positivo di ciò che ti accade. E a me è successo così: ho guardato il soffitto della cameretta di casa mia completamente fradicio e gocciolante (guaina scoperchiata dalla pioggia, tetto da rifare) e mi sono chiesta se tutto quello che mi stava succedendo fosse figlio di sfortuna o se la sfortuna me la stavo attirando io. E allora ho pensato che sarebbe potuta andarmi molto peggio e che la parte del tetto da rifare è quella di una stanza che uso pochissimo, per fortuna. Al che, la volta dopo – quando ho sbragato contemporaneamente un barattolo pieno zeppo di sale e una bottiglia d’acqua di vetro – sono scoppiata a ridere pensando “beh dai, poteva andarmi peggio… poteva essere olio!” e mi sono sentita bene. Mi sono data della deficiente eh, solo io potevo farli cadere insieme perché sono una maledetta goffa però non ero arrabbiata. Non ero arrabbiata con il mondo, con il karma o con me stessa. E in quel momento mi sono sentita come se le cose avrebbero potuto a ricominciare ad andare meglio. E forse sarà così oppure no, però mi sono sentita terribilmente serena ed è stato bello non arrabbiarsi.

Comunque scherzando e ridendo ho veramente fatto un sacco di cose in questo 2020:

  • ho iniziato a far prendere forma a casa mia. MIA, non la casa di qualcun altro, proprio mia mia
  • abbiamo fatto l’orto (con un sacco di litigate) e abbiamo mangiato pomodori buonissimi tutta l’estate
  • sono stata in Kenya per la prima volta, sono stata in Safari e ho visto delle cose davvero meravigliose
  • ho visitato due luoghi in Italia che non avevo mai visto: la Costiera Amalfitana e la Puglia (che è anche terra dei miei bisnonni)
  • ho ricominciato a leggere come se non ci fosse un domani grazie ai chick-lit e alle fanfiction di Harry Potter che, nonostante i miei ormai 30 anni, non abbandonerò perché sono una coperta di Linus
  • ho iniziato ad ascoltare gli audiolibri a cui non davo due lire
  • mi sono abituata ad andare al parco a camminare ogni volta che posso/riesco per riuscire a fare almeno 5mila passi al giorno
  • ho iniziato in palestra Cerchio Aereo (che ho dovuto di nuovo smettere causa secondo lockdown) ma mi ha finalmente fatto ritrovare la voglia di allenarmi
  • sono finalmente riuscita a sbloccarmi dalla mia paura (chiamiamolo terrore che è più accurato) di uscire con qualcuno dopo una relazione tanto lunga ed importante – ma ci sto ancora lavorando, di mettermi in gioco non sono ancora in grado
  • ho rafforzato dei legami di amicizia, ne ho salvati di vecchi, ne ho trovati di nuovi e durante una pandemia tutto questo non lo avrei creduto possibile ma è successo davvero

Insomma, ho davvero fatto un sacco di roba e se lo si mette nero su bianco ci si rende conto che anche se ci siamo sentiti tutti in stand-by comunque abbiamo continuato a vivere. Praticamente scrivendolo mi sono resa conto che il 2020 non è stato uno schifo, anzi. Forse psicologicamente ho zoppicato parecchio ma allo stesso tempo ho vissuto e ne sono terribilmente fiera. Sì, sono proprio fiera di me.
Magari non tantissimo della mia totale perdita di pazienza verso gli esseri umani ma di sicuro lo sono perché non mi sono fermata come invece ero convinta nella mia testa.

Sì, Silvia sono davvero fiera di te. Questi 30 anni tutto sommato li hai portati a casa niente male.

Per stasera va bene così

Non pensavo di crollare così. Continuo a ripetermi che questo compleanno non ho voglia di festeggiarlo per le condizioni di lockdown date dal maledetto covid ma forse è anche per quel “enta” mi spaventa. Non lo so, mi guardo indietro e mi sembra di non aver fatto abbastanza nella vita, di non aver raggiunto traguardi importanti o di aver sbagliato tutte le scelte fatte.

Di solito sono una persona abbastanza risoluta: so chi sono, chi voglio essere e cosa voglio raggiungere ma oggi l’ho dimenticato.

Non so chi sono, non so chi voglio essere e non so cosa voglio raggiungere nella vita. È come se fossi una lavagnetta di quelle magiche e qualcuno avesse tirato la leva per cancellare tutto. Una tela bianca.

Mi sento spaesata, lo ammetto.

Mi sento abbandonata a me stessa.

Una nave senza marinai sbattuta dalle onde che finirà per naufragare chissà dove.

Mi sento persa in questo mondo fatto di frenesie, di obiettivi da dover raggiungere “per forza di cose”, di cose che devi fare perché arrivati ad una certa età è strano che tu non stia al passo.

Il passo deciso da una società che ti sta con il fiato sul collo, che ti fa sentire fallito se non sei già realizzato nemmeno a metà della tua vita. Il passo deciso da chi non sa guardare al di là del proprio naso, da chi “se non fai così allora stai sbagliando”.

Forse starò sbagliando davvero in questa vita, forse credo di aver capito le regole del gioco ma il tabellone sul tavolo è un gioco diverso da quello che conosco io.

Nel frattempo che mi riprendo e che mi ricordo che in trent’anni qualcosa di buono l’ho fatto, questa sera mi prendo la libertà di essere una tela bianca.

Non so chi sono, non so chi voglio essere, non so che cosa voglio ma una cosa la so: so che intorno a me ho chi mi starà vicino nell’impresa di rispondere a tutti questi quesiti. E per stasera va bene così.