Di momenti sospesi

Di quando ti senti un po’ perso.

Quel momento subito dopo una lunga giravolta quando ti dimentichi di guardare un punto fisso per far sì che non ti giri la testa.
Eppure alla fine ti dimentichi e non lo fai, ti metti a girare e poi quando ti fermi un po’ sei perso.

Allora ti aggrappi a qualcosa pur di restare in piedi, pur di non perdere l’equilibrio.
Però se ci pensi quel momento sospeso è anche un momento in cui ti permetti di non pensare alla realtà.

E forse alle volte necessitiamo di non pensare e agire.
Per vivere, conoscere, imparare, PROVARE qualcosa.

Il momento sospeso è quel momento in cui ti permetti di essere te stesso e forse questo è tutto quello che conta.

Sono ancora viva

Sono mesi che non scrivo.
Praticamente questo 2021 è iniziato male, a tratti malissimo. E sono andata in letargo, giustamente.

Ora sto risorgendo dalle ceneri come una fenice – o anche sto rifiorendo come un albicocco in primavera, scegliete voi la metafora più carina – non appena è iniziata la stagione quella bella. Sì, quella che in teoria dovrebbe portare il caldo ma sono giorni che fa due giornate belle e 4 demmerda e quindi insommina, a carburare ci sto mettendo un po’.
Sono stata molto impegnata con la lettura (e molto meno con il lavoro data questa pandemia che non ci molla da un anno ormai) e a cercare di recuperare film e serie tv che avevo messo in lista ed erano rimasti lì a far muffa. E ce l’ho quasi fatta devo dire, un passetto alla volta.

Questa primavera tarda ad arrivare ma so che posso farla diventare una buona occasione per cercare di uscire di nuovo dal mio guscio e tornare ad avere una vita semi-normale (riaperture permettendo. Quanto mi manca il cinema? Mamma mia). Nel frattempo sclero per il Grishaverse – di cui vi racconterò presto spero – e per l’attesa della serie tv che uscirà tra 5 giorni su Netflix così da tenermi occupata per un po’.

Poche cose, niente di nuovo da raccontare ma tanti desideri da voler esaudire.
Vorrei partire, sento il bisogno di viaggiare e non si può. Vorrei andare al mare, spero che il tempo lo permetta presto. Vorrei cenare fuori con le amiche, qualcosa che non faccio da ormai sei mesi e mi sembra un miraggio.

In attesa di poter fare tutte queste cose leggo, cosa che mi ha davvero salvato dal raggomitolarmi sotto un piumone a mò di furetto a piangere per tutto l’inverno. Leggere è davvero una cosa meravigliosa.

(pinterest)

Lo facciamo un recap?

Ero una cifra scettica a fare questo post.
Ma proprio una cifra, tipo che come al solito temo di portarmi iella da sola.

Però poi mi sono detta vaffanculo, il recap lo faccio lo stesso perché l’ho sempre fatto e non mi fermerò adesso, dovessi comunque continuare a portarmi iella (sto scherzando, su!)

Com’è andato questo 2020? Al netto di tutto quello che c’è successo – e direi che una pandemia basta ed avanza per averci sconvolto la vita – pensavo che fosse andato una merda finché Giovanna non ha chiesto di fare un elenco dei nostri highlights dell’anno ed io mi sono resa conto che ho fatto veramente un sacco di cose. Ma proprio un sacco, per esser stato un anno in cui sono stata chiusa dentro casa per un bel po’ di tempo. Certo, il mio mood non è stato dei migliori e psicologicamente parlando sto ancora cercando di recuperare la mia serenità ma alla fin fine vedendo una cosa dopo l’altra in fila mi sono resa conto che, oltre il brutto, c’è stato anche un sacco di bello.

C’è stato un periodo in cui l’unica cosa che riuscivo a dire era “che vita di merda” ed a un certo punto mi sono resa conto che mi stavano succedendo cose una dopo l’altra proprio da quando avevo cominciato a dirlo. Uscire da una spirale di negatività non è facile manco per il cazzo – perdonatemi il francesismo ma non rende altrimenti – ma con una dose di forza condita con un sacco di lacrime, un sacco di fatica e un aiuto da parte di persone che ti vogliono bene alla fine torni a concentrarti sul lato positivo di ciò che ti accade. E a me è successo così: ho guardato il soffitto della cameretta di casa mia completamente fradicio e gocciolante (guaina scoperchiata dalla pioggia, tetto da rifare) e mi sono chiesta se tutto quello che mi stava succedendo fosse figlio di sfortuna o se la sfortuna me la stavo attirando io. E allora ho pensato che sarebbe potuta andarmi molto peggio e che la parte del tetto da rifare è quella di una stanza che uso pochissimo, per fortuna. Al che, la volta dopo – quando ho sbragato contemporaneamente un barattolo pieno zeppo di sale e una bottiglia d’acqua di vetro – sono scoppiata a ridere pensando “beh dai, poteva andarmi peggio… poteva essere olio!” e mi sono sentita bene. Mi sono data della deficiente eh, solo io potevo farli cadere insieme perché sono una maledetta goffa però non ero arrabbiata. Non ero arrabbiata con il mondo, con il karma o con me stessa. E in quel momento mi sono sentita come se le cose avrebbero potuto a ricominciare ad andare meglio. E forse sarà così oppure no, però mi sono sentita terribilmente serena ed è stato bello non arrabbiarsi.

Comunque scherzando e ridendo ho veramente fatto un sacco di cose in questo 2020:

  • ho iniziato a far prendere forma a casa mia. MIA, non la casa di qualcun altro, proprio mia mia
  • abbiamo fatto l’orto (con un sacco di litigate) e abbiamo mangiato pomodori buonissimi tutta l’estate
  • sono stata in Kenya per la prima volta, sono stata in Safari e ho visto delle cose davvero meravigliose
  • ho visitato due luoghi in Italia che non avevo mai visto: la Costiera Amalfitana e la Puglia (che è anche terra dei miei bisnonni)
  • ho ricominciato a leggere come se non ci fosse un domani grazie ai chick-lit e alle fanfiction di Harry Potter che, nonostante i miei ormai 30 anni, non abbandonerò perché sono una coperta di Linus
  • ho iniziato ad ascoltare gli audiolibri a cui non davo due lire
  • mi sono abituata ad andare al parco a camminare ogni volta che posso/riesco per riuscire a fare almeno 5mila passi al giorno
  • ho iniziato in palestra Cerchio Aereo (che ho dovuto di nuovo smettere causa secondo lockdown) ma mi ha finalmente fatto ritrovare la voglia di allenarmi
  • sono finalmente riuscita a sbloccarmi dalla mia paura (chiamiamolo terrore che è più accurato) di uscire con qualcuno dopo una relazione tanto lunga ed importante – ma ci sto ancora lavorando, di mettermi in gioco non sono ancora in grado
  • ho rafforzato dei legami di amicizia, ne ho salvati di vecchi, ne ho trovati di nuovi e durante una pandemia tutto questo non lo avrei creduto possibile ma è successo davvero

Insomma, ho davvero fatto un sacco di roba e se lo si mette nero su bianco ci si rende conto che anche se ci siamo sentiti tutti in stand-by comunque abbiamo continuato a vivere. Praticamente scrivendolo mi sono resa conto che il 2020 non è stato uno schifo, anzi. Forse psicologicamente ho zoppicato parecchio ma allo stesso tempo ho vissuto e ne sono terribilmente fiera. Sì, sono proprio fiera di me.
Magari non tantissimo della mia totale perdita di pazienza verso gli esseri umani ma di sicuro lo sono perché non mi sono fermata come invece ero convinta nella mia testa.

Sì, Silvia sono davvero fiera di te. Questi 30 anni tutto sommato li hai portati a casa niente male.